Polenta di amaranto

L’amaranto è una pianta originaria del centro America, che produce piccolissimi chicchi consumati in maniera simile ai cereali. Non mi risulta che in realtà sia stata portata dai migranti in Italia, sebbene sia appunto consumata in loco in varie maniere, mentre è stata introdotta dalla cucina macrobiotica, vegetariana, etc.

Zaira, la cui intervista andrà in onda nella puntata di venerdì prossimo su Radio Popolare, ha anticipato la ricetta di cui parleremo: la polenta di amaranto. Allego il testo di seguito (anche non sono d’accordo con lei sul soffritto!).

Ingredienti (per 2-3 persone)

polenta di amaranto: 250 g di amaranto, 500 g di acqua che sarebbero poi due tazze da tè circa, un cucchiaino di sale

verdure di completamento: cipollotti o 1 cipolla a piacere, una zucchina, un peperone, mezzo cavolfiore medio o poco meno, tre patate piccole di quelle con la buccia rossa, una carota grossa o due piccole, semi di papavero, olio di semi di girasole e semi di lino (è un olio pregiato dall’alto valore nutritivo e benefico, contiene omega 3, si adatta a moltissimi piatti, zuppe e stufati in particolare, con il calore sprigiona un buon profumo di semi di girasole, da usarsi esclusivamente a crudo, come sarebbe meglio fare con qualsiasi olio, incluso quello di oliva! )

 preparazione: mettere a bollire in acqua salata una parte di amaranto con due parti di acqua salata (non troppo), coprire con il coperchio e tenere il fuoco molto molto basso, c’è il rischio che si attacchi o bruci facilmente, quindi ogni tanto si può sbirciare che bolle in pentola!

Nel mentre, affettare a rondelle la verdure pulite, spezzare il cavolfiore in parti abbastanza piccole. Le verdure devono cuocersi nello stesso tempo, quindi tagliare le patate abbastanza sottilmente e lasciare le zucchine un po’ più grossine. Mettere a cuocere le verdure con una mezza tazza di acqua in una padella, senza fare il soffritto che non serve, è uno spreco di olio e fa male alla salute! Salare, coprire con il coperchio e aggiungere acqua durante la cottura se necessario. 20-25 minuti direbbero bastare.

Quando l’amaranto è pronto, dopo 25 minuti circa da quando ha iniziato l’ebollizione, versarlo in degli stampini monoporzione e lasciare intiepidire.

Quando ci si vuole mettere a tavola e le verdure sono pronte, croccanti e non troppo stufate, rovesciare l’amaranto al centro del piatto, versare sopra le verdure calde, spolverare con semi di papavero e condire (finalmente un po’ d’olio!) con un filo d’olio di semi di girasole e semi di lino.

Per accompagnare il piatto consiglio di preparare qualche chapati (pane indiano dall’aspetto simile a una piadina), dunque preparare un impasto con acqua e farina integrale, 100 g circa per persona, un cucchiaino di sale e volendo un po’ di olio di oliva che ammorbidisce il tutto, lasciar riposare l’impasto dalla consistenza tipo pizza o pane per mezz’ora in frigorifero, poi dividere l’impasto in palline, tre per persona almeno e poi schiacciare dei dischetti sottilissimi col matterello e far cuocere su di una piastra che può essere una teglia o una padella antiaderente.

Preparare i chapati pochi minuti prima di servire il piatto, tenerli avvolti in uno straccio affinché non perdano calore.

Che aggiungere, buon appetito!

Zaira Mezzadra

 

Informazioni su Andrea Perin

Architetto museografo, cultore della cucina per passione
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