Ancora ampalaya nella frittata

In effetti non aggiungo nulla di nuovo al testo di Enrico di qualche settimana fa. Solo che in un negozietto gestito da cingalesi vicino a casa ho trovato l’ampalaya e allora non ho resistito all’idea di cucinare una frittata come aveva suggerito Enrico: uniche varianti l’assenza della pancetta (volevo far risaltare di più l’ampalaya) e un cucchiaino di curcuma (sono un drogato).

Il “melone” intero pesava 400 g (ne ho usato meno della metà), con una cipolla e 4 uova. Al primo boccone il gusto è quasi dolce, ma poi arriva l’amaro… Buona, anche se forse non è un sapore facile che può piacere a tutti.

Ora mi avanza mezza ampalaya e devo pensare come farla!

Informazioni su Andrea Perin

Architetto museografo, cultore della cucina per passione
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