Scansione estetica di sandwich

 

La foto, anzi la scansione, è proprio di grande effetto. Il sito, http://scanwiches.com/, l’ho trovato segnalato su un blog che consulto spesso e che ha sempre notizie sfiziose e interessanti (“Confessions of a food stylist” – http://www.robertadeiana.com/).

march 21 - Homemade: Fried Bologna, Cheddar Cheese, Shredded Iceberg Lettuce, Mayo, On a Lightly Toasted Roll

Mi hanno colpito sia le inconsuete foto (anzi, scansioni: ma ogni volta puliranno il vetro tutto unto?), che soprattutto la sottile nevrosi che si cela dietro ogni mania catalogatrice: la conosco bene per i vari studiosi che frequento, archeologi soprattutto, e non smette mai di incuriosirmi. In scanwiches le immagini sono rigorosamente catalogate in ordine cronologico (una scelta apparentemente asettica), sono accompagnate dalla data, dalla puntuale descrizione degli ingredienti e dalla indicazione della sua fattura: casalinga o professionale.

Mancano delle note che considererei banali, come chi lo ha preparato (chi ha scansito? Un’amica/o? moglie/marito?), se è piaciuto (alcuni accostamenti sono decisamente inconsueti), perché quella scelta e perché la scansione. Ma forse ho solo nevrosi diverse.

 

novembre 11 - Homemade: Italian Sausage, Caramelized Onions, Roasted Red Peppers, On a Baguette

Il sito, come motto, recita un curioso Scans of sandwiches for education and delight, dove passi la potenziale delizia dei sandwich, ma mi sfugge dove sta l’educazione. Forse perché in Italia il sandwich è comunque da considerarsi un innesto tra i tanti che arrivano da altre culture. Qui, fino a qualche decina di anni fa, si parlava al massimo di “panino imbottito”, dove per imbottito si intendevano solitamente i salumi: quei magnifici prodotti della tradizione che, nati per la necessità di conservare la carne del maiale ucciso, sono diventati poi un prodotto ricercato a causa proprio della loro bontà.

Spesso nei sandwich le salse coprono il sapore, anche se non manca in questo sito un semplice ripieno di prosciutto di Parma (da: Eatitaly).

Che dire poi. Più che scorrettezza per questi sandwich bisognerebbe parlare di prodotti ormai senza correttezza, ovvero al di fuori delle convenzioni: a ognuno il suo ripieno (che sia questa l’educazione del messaggio? Il sandwich come atto libertario? Mah…).

 

 

 

Informazioni su Andrea Perin

Architetto museografo, cultore della cucina per passione
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