Sformato di miglio con zucchine e carote

 

Ricevo da Marco Bonello, che qui saluto e ringrazio, una ricetta. Ma visto che si trova come commento a  un articolo di un paio di mesi fa ("Cucina meticcia a Radio Popolare" 8/10/2009) e rischia di non essere notata la allego qui sotto. La proverò quanto prima!

 

Caro Andrea,

Dopo aver ampiamente attinto alla tua
conoscenza (il risotto allo zenzero è divenuto un appuntamento
quasi settimanale, il pollo con il latte di cocco ed il peperoncino
mi è valso uno dei rari complimenti di mia moglie!), ho
ritenuto doveroso contribuire con una mia ricetta meticcia, che
pratico da trent’anni, quando, da bravo renudista mi ero avvicinato
alla macrobiotica e l’avevo già contaminata.
Il miglio è
un cereale che semplicemente adoro, che ha un sacco di virtù ,
diffusissimo in Africa e mi chiedo quali scellerate logiche di
mercato lo confinino tuttora agli ambienti un po’ snob (ai miei
tempi si sarebbe detto radical-chic) della cucina
macrobiotica.
Comunque, la preparazione è semplice: si
prende una cipolla grossa o due cipolle medie, la si fa dorare con un
po’ di olio (io metto anche abbondante peperoncino d
e gustibus non
dispuntandum!) in un a pentola a pressione, poi si aggiunge il miglio
e lo si lascia tostare un po’, rimestando con un cucchiaio di
legno. Si aggiungono poi tre parti di acqua per una di miglio, si
chiude la pentola a pressione. Quando la pentola è in
pressione, si calcolano 20 minuti, si fa uscire il vapore e si apre
la pentola.
A parte si affettano (una volta lo facevo a mano, da
quando mi sono offerto un robot da cucina affetto a julienne, e la
cottura ne guadagna) carote e zucchine. Per una tazza di miglio io
impiego un chilo circa di zucchine, e la metà di carote, credo
vada un po’ a gusti ed al tipo di verdure che siete in grado di
trovare. Metto il tutto in una pentola possibilmente con fondo
anti-aderente, un filo di olio di oliva (io uso quello di “Libera”:
un po’ di militanza non guasta mai ed è comunque ottimo),
peperoncino anche qui (quattro anni di Tunisia hanno lasciato il
segno!) e salsa di soya invece del sale (concessione alla
macrobiotica, poi dicono faccia meglio e comunque si scioglie in modo
più uniforme), e faccio cuocere a fuoco lentissimo senza
aggiunger acqua: con le verdure che trovo al supermercato vicino a
casa, comunque dopo un po’ ho la sensazione di stare facendo un
minestrone, se qualcuno è più fortunato di me forse ne
trova anche di meno acquose, e può essere necessario
aggiungere un filo d’acqua durante la cottura, ma senza esagerare.

A cottura ultimata, si prende una pirofila, si mette uno strato di
miglio, poi le verdure, poi si aggiunge una mozzarella (vanno bene
quelle da pochi soldi che vendono nei supermercati per la pizza: 350
grammi circa), si ricopre il tutto con uno strato di miglio;
facoltativamente si dà una spolverata di parmigiano o anche di
mix grattugiato che si trova nei supermercati e si mette in forno a
220° per mezz’ora.

Il mio amico Gigi, che è un vecchio
piemontese restio a tutto quello che non siano tajarin e bagna cauda,
di solito chiede il bis… provare per credere.
Saluti
meticci

 

Marco Bonello

 

Informazioni su Andrea Perin

Architetto museografo, cultore della cucina per passione
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