Estate, tempo di vacanze in giro per il mondo, per chi può permetterselo.
Ma è anche l’occasione per assaggiare cibi nuovi e, qualche volta, di curiosare su come la cucina italiana viene interpretata in giro. Tenendosi alla larga dalla classica affermazione del turista medio che "all’estero si mangia male", perché nel suo villaggio attrezzato la pasta era scotta e il ragù diverso da quello di mamma, spesso si possono trovare evoluzioni curiose di nostre pietanze.
Negli States, ad esempio, la comunità italiana è spesso molto presente e la letteratura gastronomica sulla cucina è fiorente. Quando mi è capitato di sfogliare un po’ di libri, mi è sembrato di poter fare una banale distinzione. I volumi con una certa attenzione editoriale, costosi, sono assolutamente rispettosi di quella che potremmo definire la consuetudine nazionale. Il discorso cambia nelle edizioni economiche dove la visione è decisamente viziata da stereotipi, svarioni e quant’altro, anche quando gli autori si fregiano di origine italiane.
Ma è anche l’occasione per assaggiare cibi nuovi e, qualche volta, di curiosare su come la cucina italiana viene interpretata in giro. Tenendosi alla larga dalla classica affermazione del turista medio che "all’estero si mangia male", perché nel suo villaggio attrezzato la pasta era scotta e il ragù diverso da quello di mamma, spesso si possono trovare evoluzioni curiose di nostre pietanze.
Negli States, ad esempio, la comunità italiana è spesso molto presente e la letteratura gastronomica sulla cucina è fiorente. Quando mi è capitato di sfogliare un po’ di libri, mi è sembrato di poter fare una banale distinzione. I volumi con una certa attenzione editoriale, costosi, sono assolutamente rispettosi di quella che potremmo definire la consuetudine nazionale. Il discorso cambia nelle edizioni economiche dove la visione è decisamente viziata da stereotipi, svarioni e quant’altro, anche quando gli autori si fregiano di origine italiane.
Ma oltre a non esistere gli spaghetti conditi con il curry nella cucina italiana (almeno per ora?), l’affermazione che il “curry è una spezia molto popolare a Venezia” è decisamente spiazzante. Ma scherziamo? Neppure ai tempi di Marco Polo…
Questa pasta non ho avuto ancora occasione di provarla, e non mi ispira neanche molto (colpa della panna però), ma nel libro si posso trovare anche altre ricette "italiane" come l’aperitivo: “Avocado with cheese and balsamic vinegar". Ma forse gli autori hanno confuso il Mexico e i latinos con il Mediterraneo.
Catherine Pagano Fulde and Janette Fulde-Porta, Quick and Easy Italian Cooking, Bristol Publishing Enterprises, Hayward (California) 2004