Salsa di pesce fermentato (Bagoong)

Credo che tutti i lettori di Salgari abbiano presente quando Sandokan rifiuta il blanciang che gli offre il fido Giro-Batol, piatto che ci schifava da bambini al solo pensiero e che in età adulta ho scoperto essere una salsa di pesce malese. La sua ricerca mi ha portato nei negozi di alimentari alla ricerca di qualcosa di simile e alla fine ne ho comprata una a caso, ovviamente filippina visto la folta comunità a Milano, senza per la verità sapere bene cosa acquistavo.

Si tratta del il Bagoong, una delle tante salse di pesce caratteristiche dei paesi del sud-est asiatico: pesce fermentato al sole per mesi, mischiato ad altri ingredienti, di solito spezie. Questa è una variante fatta con gamberetti piccolissimi e poi aceto, zucchero, aglio, cipolla e olio di mais (e monosodium glutamate). Colore rosso cupo, profumo intenso ma non fastidioso (pensando al pesce fermentato, cioè marcio): probabilmente è meno buono in questa modalità industriale in barattolo rispetto alla produzione artigianale o casalinga (come la maionese per intenderci), ma il suo sapore non si avvicina a nulla a cui siamo abituati.

Niente a che fare con la pasta di acciughe per intenderci (alcuni sostengono che mischiata alla salsa di soia ne imiti il gusto, ma non è vero), mi piace pensare che assomigli al garum, la mitica salsa latina di pesce fermentato, anche se in realtà la letteratura sostiene che è il nuoc mam vietnamita a essere più simile: ma insomma già ci si avvicina.

Come Sandokan mi sono rifiutato di mangiarlo semplicemente così, come fa Giro-Batol, (ma nessuno credo faccia), e ho provato a inserirlo in qualche piatto. Nella cucina del sud-est asiatico è un ingrediente fondamentale, pari al nostro olio di oliva leggo, e si aggiunge a tutti i tipi di pietanze. Indeciso a come usarlo, visto che basta mezzo cucchiaino per incidere nel sapore di qualunque piatto, alla fine il risultato che più mi ha convinto è nella pasta con i broccoli al posto dell’acciuga nel soffritto: il piatto assume una più marcata connotazione di “mare”, un sentore di pesce molto più forte, alla fine niente male.

Non ho ancora osato inserirlo in piatti di carne, come credo sia invece frequente nella cucina anche filippina, ma soprattutto mai farlo odorare al vostro commensale prima di utilizzarlo: non è detto che ne sia entusiasta!

Informazioni su Andrea Perin

Architetto museografo, cultore della cucina per passione
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