Per un contrattempo è saltata l’intervista a Chantal all’interno della puntata di JallaJalla di Radio Popolare del 12 novembre, nella quale avrebbe raccontato il suo rapporto con la Parmigiana di melanzane. Ci è spiaciuto, perché abbiamo lasciato gli ascoltatori senza la consueta apertura verso il nuovo capitolo dell’identità alimentare, legato alle possibili modifiche introdotte dall’arrivo di nuove tradizioni ed esperienze.
E allora Chantal ha scritto quello che avrebbe voluto raccontare:
Quando ho incontrato la Parmigiana, avevo 23 anni.
La melanzana non essendo molto popolare nel mio paese, il Canada, mi ci è voluto molto per scoprirla. E non era neanche cotta, pensa te! Un mio coinquilino voleva praticare il crudivorismo, cioè l’alimentazione esclusivamente cruda, che pare faccia bene al sistema, un tipo di cura di disintossicazione. Quindi si è messo a sperimentare ricette e piatti esotici con alimenti vari, e una sera ci ha fatto assaggiare questo piatto di ”lasagne di melanzane crude”. Era buono, anche se aveva lasciato un po’ troppa pelle!
Adesso che ci penso meglio, l’avevo già mangiata una volta prima, cotta, in qualche ristorante degli Stati Uniti. Sempre presentata come ”lasagne di melanzane”…
Ho preso coscienza della vera identità della Parmigiana solo quando sono venuta a vivere in Italia. Anche perché da noi il parmigiano e le mozzarelle sono cose rare e care… Comunque, l’ho subito adottata e cucinata nei modi più vari, anche se mi dicono che non si potrebbe fare. In teoria. Invece in teoria si può fare tutto: rimpiazzare l’aglio con la cipolla, combinare le melanzane con le zucchine, variare i formaggi (in Canada la faccio con una mozzarella che assomiglia al cheddar), metterci i funghi, le carote, ecc.
L’unico limite è la creatività e quello che trovate nel vostro frigo…
Buona Parmigiana sperimentale!
Marie-Chantal Dumont