A essere sincero, questa cosa di utilizzare la coca-cola in cucina non è una novità. Silvio e Carina mi hanno parlato con stupefatto entusiasmo di un piatto preparata dalla mamma di lei in Ecuador (quanto prima lo pubblico sul blog). Io stesso anni fa, curando la postfazione del volume di Luigi Veronelli Vietato vietare: tredici ricette per vari disgusti (Eleuthéra 2007) avevo pubblicato un Roast-beef alla coca-cola tratto da una ricetta che mi aveva passato un’amica: superato l’orrore dell’idea, il risultato era stato sostanzialmente innocuo.
Ma questo libretto che Silvia, di ritorno dagli USA, mi ha portato in dono ha riacceso interesse e curiosità. Il filo conduttore del testo è esplicito, cucinare con la coca-cola e la pubblicazione presenta 44 ricette, spesso tratte (meglio dire, ispirate) a tradizioni locali, alle quali tra gli ingredienti è aggiunta la coca-cola. Oltre a questi altri vi sono altri 19 piatti che si consiglia di accompagnare con la bevanda gasata, tra cui anche l’Italian Beef Ragu.
È fin troppo facile ironizzare su questo libretto, così come indignarsi contro la multinazionale. È scontato. Non riesco a superare lo stupore anche banalmente organolettico verso queste ricette, il cui scopo è ovviamente legato al tentativo commerciale di coprire ogni aspetto della vita, di infilare il brand (si dice così?) anche dove non sarebbe concepibile, a omologare tutto.
Rimane la curiosità di capire se veramente qualcuno prepara queste ricette o se è un libretto di semplice “folclore”. Per il libro di Veronelli avevo appunto preparato la ricetta, e l’apporto della bevanda al gusto era stato semplicemente nullo (e per fortuna).
Allego una ricetta tanto per curiosità, senza tradurla perché non serve. Chissà che qualche alternativo non usi la Spuma al posto della coca-cola…