“È
l’era del politeismo alimentare che spinge le persone a mangiare di
tutto, senza tabù, generando combinazioni soggettive di alimenti e
anche di luoghi ove acquistarli, neutralizzando ogni ortodossia
alimentare”. Di tutto il rapporto Censis/Coldiretti sulle abitudini
alimentari degli italiani, di cui sono usciti alcune parti su
giornali e web settimana scorsa, questa è la frase che mi
piace di più, musica per le mie orecchie.
Questo rapporto fornisce un sacco di
informazioni interessanti sulle dinamiche dell’acquisto e dei consumi
alimentari, testimoniando non solo una società in evoluzione
ma soprattutto, a fianco di una sostanziale conferma del regime
alimentare tradizionale pur modificato nei tempi (più carne,
frutta e verdura, meno pasta e pane – con sintesi azzardata), la
sensazione è che si stia sviluppando anche una certa libertà
rispetto alle consuetudini tramandate, una forma di disincanto verso
norme rigide di comportamento. Se lo interpreto bene, non sembra
sparire l’alimentazione italiana, ma questa si apre a possibili
innovazioni.
In base alle sintesi riportate, il
rapporto dice poco o niente sull’introduzione di nuovi cibi nelle
tavole italiane (con l’eccezione de “l’arrivo di nuove varietà
di frutta come il kiwi negli anni ’80”), ma indica
specificatamente l’esistenza di acquirenti regolari di prodotti del
commercio equo e solidale (perciò di cibi appartenenti spesso
a tradizioni diverse). Ma anche qui non vige l’ortodossia, perché
“una nettissima maggioranza” di costoro “acquista i prodotti a
marchio commerciale del distributore, espressione della nuova forza
della Gdo, oltre tre quarti acquista prodotti surgelati ed oltre due
terzi scatolame. Addirittura si recano presso i fast-food, il 27% di
acquirenti abituali di prodotti del commercio equo e solidale, il
26,7% degli acquirenti abituali di frutta e verdura da agricoltura
biologica”.
Insomma, a me quest’idea del
“politeismo” piace assai, il fatto che l’“ortodossia” perda
terreno soddisfa ancora di più: mi sembra una grande notizia
che a fianco della conservazione delle tradizioni ci sia anche la
libertà di poter provare nuove strade.
Il meticciato si affaccia?
http://www.coldiretti.it/docindex/cncd/informazioni/364_10.htm