Cookbook Festival Paris 2010 – Fiera del libro di cucina

 

 

Avevo grandi aspettative per il
Cookbook Festival di Parigi (12-15 febbraio 2010), collegato
al premio di Gourmand. Ne sono uscito un po’ deluso per la
verità, ma forse mi ero fatto idee sbagliate.

Erano presenti una quarantina di stand
di editori da tutto il mondo, anche se la maggior parte era europea,
soprattutto francese. Io ero ingolosito all’idea di cucine meticce,
pensavo che avrei trovato testi coraggiosi e innovativi, e invece
prevalevano titoli scontati dedicati alle cucine regionali o
nazionali, oppure a singoli ingredienti o alle solite combinazioni
alcune simpatiche, alcune furbine, altre inutili: cucina per single,
cucina in dieci minuti, cucina in cinque minuti, etc. E poi molti
libri patinati, firme di grandi cuochi, strenne culinarie, vip di
vario ordine e le loro ricette.

Magari sono state impressioni
superficiali, la gran parte li ho solo sfogliati, o forse sono io che
avevo aspettative strampalate. Ma alla fine, con poche eccezioni,
sembrava di trovare da uno stand all’altro le stesse proposte:
l’impressione è che il mercato quello dei libri di cucina
funzioni bene, venda molto, ma non si vuole rischiare più di
tanto e si preferisce puntare su proposte rassicuranti e poco
innovative.

Grande assente, in questa fiera, era
l’editoria italiana: solo un espositore presente (Food Editore) e
inoltre nello stand, quando sono passato io, non c’era nessuno. Per
gli addetti ai lavori era una pacchia, con aree riservate agli
operatori distinte dagli stand dove vagavano quelli come me. Come mai
l’editoria italiana, espressione di un paese dove la cucina ha un
ruolo così centrale nella vita e nell’immaginario, non riesce
ad avere interesse per una manifestazione simile?

Non che mi interessi molto l’aspetto
patriottico o commerciale di questa assenza, ma culturale sì:
mancanza di interesse economico degli operatori? Disinteresse per le
cucine altrui?

Sono tornato con qualche libro
comunque, specialmente quelli economici (ma tutti con una gradevole
qualità editoriale), anche perché sono convinto che gli
aspetti più quotidiani delle abitudini non li trovi sui
prodotti patinati o esclusivi, ma su quelli di largo consumo.

Già ho presentato qualche
risotto “alla francese”, nei prossimi giorni parlerò di
altri libri.

Informazioni su Andrea Perin

Architetto museografo, cultore della cucina per passione
Questa voce è stata pubblicata in segnalazioni e recensioni. Contrassegna il permalink.