Sono notizie che si infilano tra un
articolo e un altro, e invece fanno più paura di altre.
È stato presentato oggi alla
Camera lo studio “Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice
dei cambiamenti”, promosso dalla Conferenza delle Assemblee delle
Regioni nell’ambito delle iniziative dell’Osservatorio della Camera
sui fenomeni di xenofobia e razzismo ed è stato realizzato da
Swg su 2.000 giovani tra i 18 e i 29 anni. Informazioni succinte
vengono offerte su vari portali.
Da questi dati risulta che l’area
tendenzialmente fobica e xenofoba è del 45,8%, con diverse
sfumature al suo interno. C’è anche una parte più
strettamente legata al cibo:
Scegliere con chi
andare a cena I giovani hanno messo in testa le persone disagiate
economicamente, giudicano ‘accettabile’ una cena con un ebreo, un
omosessuale o con un extra-comunitario. Accettato, ma con freddezza
un musulmano. Impensabile pasteggiare con un tossicodipendente o un
rom.
(http://www.ansa.it/legalita/visualizza_fdg.html_1705253330.html)
Io mi faccio sempre spaventare da
questi dati, ma poi ho parlato con Anna, una mia amica, che mi ha un
po’ aiutato a inquadrare e a prendere con le pinze questi risultati.
Come sono stati presi? Come sono state
poste le domande? Tutto dipende dai criteri e dalle intenzioni, da
come sono strutturate le ricerche. Ricordiamoci che siamo nel paese
dove il premier sostiene che l’80% degli italiani lo adora (cito a
memoria)… E poi, il 45% è un dato bello o brutto? Si partiva
da uno maggiore e perciò oggi va meglio, oppure è il
contrario?
Intendiamoci, non è per
sottovalutare i dati. Al contrario il problema è che dei
sondaggi mi fido poco, dipende da come sono stati fatti e da che cosa
si voleva dimostrare (esistono raccolte dati imparziali? Non credo).
E poi i dati forniti senza la metodologia lasciano aperta la strada a
confusione. Non è certo con queste informazioni che si può
lavorare
Io continuo serenamente a portare
avanti questo piccolo discorso-ricerca sulla cucina meticcia,
convinto che il cibo sia sempre un terreno di incontro. Come
micro-contributo allego la ricetta italo-rom che avevo pubblicato sul
libro, un dolce raccontato da Ana e Madalina.
Macarone cu brnzà
500 g di pasta, 6
uova, 10 cucchiai di zucchero, 250 g di formaggio quartirolo
Lessate la pasta
in acqua salata, scolatela e passatela sotto l’acqua fredda.
Sbattete le uova con lo zucchero fino a renderle ben spumose,
aggiungete il formaggio sbriciolato a mano. In una teglia unta,
alternati con gli altri ingredienti, mettete la pasta a strati e
ponete in forno per venti minuti.