Concorso “Ricette delle nuove famiglie d’Italia”

Di questo concorso sono venuto a
conoscenza qualche giorno fa, perché un’amica mi ha girato la
notizia. A parte la piccola orticaria che il termine “nuove
famiglie d’Italia” e il loghino tricolore mi hanno fatto venire
(fanno tanto integrazione nel senso di “diventate come noi”),
questo concorso ha una sua parte intrigante:

Vorremmo tuttavia andare oltre,
tornare alle origini, capire cioè come nasce una ricetta,
quale storia -o storie- si cela dietro l’alchimia di quei precisi
ingredienti, per quali motivi quella ricetta si è tramandata
nella microstoria di un determinato gruppo di persone e, al
contrario, se con il tempo è giunta a noi modificata, quali
sono i fattori che ne hanno determinato il cambiamento. Siamo
curiosi, ma la nostra curiosità non è fine a se stessa.
Assaggiando, gustando, scoprendo sapori nuovi e diversi provenienti
da cucine di altre tradizioni rispetto alla nostra, ascoltando
segreti e aneddoti, e magari cimentandoci poi in quelle stesse
ricette, magari modificandole, sarà più facile
conoscersi e ri-conoscerci.

Mi risale il prurito quando leggo che,
“per aiutare”, definiscono delle categorie, in gran parte le
stesse della cucina italiana tradizionale più qualcosa tipo
“momenti esotici” (e qui mi gratto un sacco!):

antipasti,
primi, secondi, contorni, dolci aperitivi, insalate, zuppe, ricette
al bicchiere, ricette al cestino (ideali per picnic), ricette con le
dita (finger food), ricette per i bambini, torte salate, panini
sfiziosi, momenti esotici (ovvero quelle ricette che vi piace fare ma
che appartengono alle cucine di altre culture).

Però mi chiedo se io sono solo
uno snob, magari anche geloso delle iniziative altrui, e allora
faccio la mia parte e lo pubblicizzo. Qualsiasi cosa che può
aiutare a evolvere la cucina dal basso, a incrociare le tradizioni, a
fuggire dalla cucina spettacolo e a immergersi nella cucina-racconto,
va bene.

Il termine di consegna è il 31
gennaio 2010, e questo è il sito:

http://www.quantobasta-qb.it/

Un’ultima considerazione che non riesco
a trattenere. Per esperienza so che le persone, spesso, anche quando
modificano o “inventano” in cucina, non lo fanno consapevolmente
come atto creativo. Specialmente nella cucina di tutti i giorni le
aggiunte e i cambiamenti sono estemporanei, normali e casuali
assieme. Per scrivere il libro spesso si è partiti
chiacchierando e poi un po’ alla volta, spesso senza accorgersi,
venivano fuori le ricette. Il rischio è forse che queste
ricette siano quelle degli “appassionati cronici”, gli
sperimentatori compulsivi. Si rischiano magari ricette non frutto di
vero meticciato, ma figlie di una cucina “fusion” (e vai che mi
gratto ancora).

Però a volte penso di essere
veramente snob…

Informazioni su Andrea Perin

Architetto museografo, cultore della cucina per passione
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Una risposta a Concorso “Ricette delle nuove famiglie d’Italia”

  1. Norma scrive:

    è che c’è gente come noi che approccia la contaminazione dal “di dentro”, sentendola in modo viscerale, vivendo i rapporti con l'”altro” senza porsi il problema dell’integrazione unilaterale. Ci si integra a vicenda, si cresce insieme, ci si contamina.
    Chi organizza questi eventi la sbircia dal di fuori, gliene manca necessariamente un pezzo, e giustamente alla fine dà queste impressioni, così ben descritte nell’articolo.
    Bollicine comprese…

    (ps io non partecipo, parteciperei… ma non partecipo 😉 )

    Norma
    merendasinoira.wordpress.com

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