Spesa “etnica” in aumento secondo Coldiretti

 

I prodotti etnici
in vendita nei supermercati hanno avuto il maggior tasso di crescita
tra le diverse tipologie di consumo (cibi pronti, salutistici, di
base, ecc.) con un aumento record del 71 per cento dal 2003 al 2009.
(…) Sulla base delle elaborazioni Ref su dati Iri-Infoscan relativi
al primo semestre 2009, il “carrello etnico” è stato di
gran lunga il più dinamico della distribuzione commerciale ma
la diffusione di questi cibi è in crescita anche nei pubblici
esercizi come dimostra il fatto che – riferisce la Coldiretti – dal
2000 ad oggi sono praticamente raddoppiati i ristoranti etnici
passando dalle 2.511 unita’ agli oltre 4.000 del 2009. La maggioranza
degli esercizi stranieri è gestita da cinesi (…).

http://www.coldiretti.it/docindex/cncd/informazioni/747_09.htm

Sono i dati forniti dalla Coldiretti e
come al solito non si capisce bene cosa vuole dire “etnici”,
termine vago che comprende probabilmente tutto quello che viene da
lontano, ma non quello che per consuetudine si considera
“occidentale”: per esempio messicano o peruviano è
“etnico” ma statunitense no; filippino o indiano sì ma
australiano no; rumeno o moldavo sì ma spagnolo no; e via di
seguito.

Ma superato questo aspetto, rimane il
dato di un aumento di consumo che sembra significativo ma
probabilmente sarebbe da sciogliere. Chi è causa
dell’incremento, gli italiani che consumano “etnico” o gli
stranieri? Esiste un’Italia che sta cominciando a contaminare la
propria cucina con quella altrui, oppure semplicemente gli immigrati
sono aumentati numericamente, hanno un maggior potere d’acquisto e
sono perciò diventati una risorsa economica interessante in
grado di muovere il consumo? (In questi casi il capitalismo può
superare qualsiasi remora ideologica).

Quale che sia la causa, probabilmente
più la seconda che la prima, è una notizia che mi mette
di buon umore.

Nonostante tutti i tentativi contrari,
come quello di una nota ditta di frutta secca che, per pubblicizzare
i propri prodotti “etnici” (zenzero disidratato, etc.), li
definisce “di tendenza”. E mi fa passare la voglia di
acquistarli.

 

 

Informazioni su Andrea Perin

Architetto museografo, cultore della cucina per passione
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