L’okra è una verdura verso la quale nutro una grande simpatia.
Ne avevo già parlato un sacco di tempo fa sul blog e appena posso continuo a cucinarla agli amici con fortune alterne nei giudizi, più spesso positivi e qualche volta “moderatamente entusiasti”.
A Milano la trovo sempre dai cinesi (dove non costa poco – 6,00 € al chilo dal Nicaragua) e qualche volta al mercato; oggi ho deciso di riprovare la ricetta che mi aveva raccontato Julian per Ricette Scorrette, ossia come condimento per la pasta, ma con qualche modifica.
Il suo sugo era semplice, un po’ di cipolla nel soffritto con l’olio, peperoncino e poi l’okra a pezzetti – senza pomodoro che in Ciad si usa poco.
Ho provato a farla usando invece un po’ di pomodoro, aggiungendo anche l’aglio (come può mancare!) e un mezzo cucchiaino di pasta di curry (possibile prossima passione in cucina).
Il risultato non è male, diciamo che è il primo di altri tentativi per inserire questo ortaggio nella cucina. Aggiungerei un po’ di pasta di curry in più e anche pomodoro.
Per due persone: 250 g di spaghetti (come mi piace ultimamente, metà integrali), 250 g di okra, mezza cipolla, mezzo cucchiaino di pasta di curry, un bicchiere di concentrato di pomodoro e acqua, uno spicchio d’aglio e olio extravergine di oliva.
Tagliare l’okra a metà e tenerle a bagno in una bacinella d’acqua (dovrebbe perdere un po’ della sua viscosità), poi aggiungerla nel soffritto con la cipolla a strisce, l’aglio, la pasta di curry e l’olio; dopo dieci minuti aggiungere il pomodoro e cuocere per altri venti circa (finché la verdura non diventa tenera ma senza spappolarsi – è un attimo!). A questo punto aggiungere la pasta al dente, saltare qualche minuto ed è pronta.