Le pubblicità festeggiano un po’
ovunque, anche i quotidiani ne parlano spesso: Mc Donald’s è
diventato glocal e in Italia proporrà una serie di
prodotti studiati per essere di gusto locale e con ingredienti
nazionali.
Da una parte, con un’interpretazione un
po’ disinvolta, c’è chi plaude al successo. Commerciale
inanzitutto (1000 tonnellate di prodotti per un valore di 3,5 milioni
di euro esulta il ministro Zaia) e poi anche quasi “ideologico”:
il gigante del fast food ha perso la sua vocazione a essere identico
a se stesso in tutto il mondo, si adatta ai gusti locali. C’è
chi titola di “hamburger etnico”, una specie di prodotto
meticciato (o pasticciato in questo caso?), dove un piatto
statunistense viene realizzato con ingredienti e combinazioni
italiane.
Dall’altra, ovviamente, è
l’ennesima vittoria del capitalismo che sa adattarsi al mercato e,
senza remore ideologiche e morali, campa bene e vende sempre di più.
Il giro d’affare di Mc Donald’s Italia ha aumentato nel 2009 il
fatturato del 9,5%. Soprattutto, temo, non cambierà nulla
nelle condizioni di lavoro, dell’eccesso di grassi nei cibi, nella
filosofia di prodotto massificato identico ovunque, in tutta la
penisola per ora ma pare lo troveremo anche in Francia e Svizzera.
Per chi non ha mai considerato che il
“Camogli”, panino da autogrill, fosse meglio
del cheese burger perché “italianissimo” , non cambia nulla.