Ovvero l’astuto espediente del sindaco di Vaiano Cremasco per fregare il kebab
È una notizia vecchiotta in realtà, che avevo trovato sul web ma non era molto diffusa. In attesa di recuperare l’articolo originale su “La Provincia” di Cremona dell’8 dicembre 2011 (grazie Marina!) sono passate le vacanze, e solo ora trovo il tempo di occuparmene.
Notizia anche minore, ma significativa: a Vaiano Cremasco, paesino di meno di quattromila anime nella pianura vicino a Crema in provincia di Cremona (http://www.comune.vaianocremasco.cr.it), il sindaco della giunta pare anche lui preoccupato dalla richiesta di apertura di un kebab nel centro storico del suo paese.
Ora, questa lotta contro i kebab sta veramente rischiando il patologico mentre sempre più di sicuro sconfina nel ridicolo. Il kebab è a momenti più diffuso della pizza (anzi a volte fa tutte e due), è moderatamente italianizzato (meno piccante, etc.) e soprattutto ormai lo mangiano veramente tutti. Cosa abbia poi, con tutto rispetto, il centro storico di Vaiano Cremasco da difendere da una presenza di questo esercizio veramente sfugge.
Comunque, sentendosi il sindaco più astuto della media e non volendo incorrere nel rischio che qualche zelante burocrate possa vanificare i suoi atti, ha escogitato il metodo infallibile: va bene il negozio di kebab nel centro storico, ma solo se aperto tra le 8.00 e le 10.00 di mattina.
Non so come è andata a finire. Di solito in località come queste quando chiedi un caffè e sei straniero ti chiedono con sospetto se lo vuoi “liscio” (cioè senza correzione alcolica), perciò magari un caffè con sambuca in realtà è il giusto accompagnamento con un bel kebab piccante. E lui pensava solo alla salute dei suoi concittadini.
Beh, io farei una propsta, quella di proibire, salvo a colazione, anche la pizza, visto che l’é una cosa da terùn!