Non sarà facile trovare questo
libretto, ed è un peccato. Si tratta di un ricettario di
cucina curato dall’Associazione Onlus “L’Aquilone” che a Milano
gestisce il Doposcuola di Quartiere il cui scopo è aiutare
alcuni ragazzini che, per vari motivi, hanno bisogno di un aiuto.
È un volume estremamente sobrio
che ospita 39 ricette evidentemente raccolte grazie ai ragazzi e che
raccontano piatti dai paesi che solitamente non hanno l’attenzione
delle case editrici, ma che rappresentano invece uno spaccato
dell’immigrazione in Italia: Filippine, Perù, Bangladesh,
Egitto, Romania, Turchia, Marocco, Cina, Sri Lanka. Pietanze che
offrono un’apertura sulle culture che vengono tenute con cura ai
margini della società, quasi non avessero dignità di
condivisione, come non esistessero. Ancora una volta, insomma, la
cucina come elemento identitario che può costruire un ponte di
conoscenza.
Sono ricette accurate, fedeli, senza
concessioni a un adattamento locale, sembrano quelle che si possono
scambiare tra cuoche a Casablanca o a Manila. Solo qua e là
appare qualche minima contaminazione, qualche ingrediente che mi
viene da pensare sia un adattamento all’Italia: ad esempio il burro
nel cinese Budino delle otto gemme (i latticini proprio non si
usano in Cina).
Al contrario, ci sono ingredienti
decisamente poco conosciuti in Italia anche a chi come me bazzica le
tradizioni altrui, come il mezzo cucchiaino di “ras el hanout”
del marocchino Couscous di carne e verdure, o il “CHAANA
DAAL” del Riso piccante al limone dal Bangladesh; o che
addirittura potremmo essere restii ad usare, come il “pizzico di
colorante giallo per alimenti” nel filippino Adobong Manok At At
Baboy. In ogni caso alimenti che non si trovano facilmente nei
supermercati, ma che bisogna cercare con cura.
Se da un lato apprezzo molto la
sobrietà di questo libro, che non si lascia andare in
dichiarazioni buoniste o affermazioni ideologiche di metodo (come
spesso capita quando la cucina diventa altro dal cibo ma messaggio
politico e sociale) ma semplicemente offre la cucina come dato di
fatto dello spicchio di mondo che è diventata Milano.
Dall’altra, rimango un pizzico deluso dalla mancanza di vita dietro i
testi, dei racconti o anche solo delle esperienze di chi ha proposto
questi piatti; l’unica concessione sono alcuni disegni di bambini,
che aprono un’immagine su tutto l’umanità che sta intorno a
questo tavolo.
Come dicevo, è un libretto che
non credo sia normalmente in commercio: io l’ho trovato a una bottega
dell’Altromercato a cinque euro. Nel caso, ecco la mail
dell’Associazione: associazionelaquilone@hotmail.com
Il mondo in tavola. Ricette e
curiosità scritte, raccolte e illustrate dal Doposcuola di
quartiere , Associazione L’Aquilone, Milano 2010, pp. 64