Io e Pietro ci siamo conosciuti in un magazzino di museo, ognuno intento nel suo lavoro. Lui è uno studioso di arte cinese e giapponese ma non di quelli persi nei libri e nella polvere del passato: ha vissuto a lungo in ambedue i paesi e conosce bene la vita quotidiana.Per questo piatto non ha pescato in maniera filologica dalle due cucine,
perché la sua è una ricetta che si potrebbe definire scorretta per “ammirazione”.
A me questa ricetta piace un mondo. Per un certo periodo siamo andati avanti tutte le settimane, per più giorni, con questo piatto.
Dopo un po’ però abbiamo avuto l’effetto rebound per eccesso di salsa di soia e ora ci limitiamo a farlo una volta ogni tanto.
Non so se sia una ricetta “scorretta”. È a tutti gli effetti una ricetta della mamma (italianissima). Ma l’idea le è venuta andando al ristorante cinese. L’intento credo fosse quello di emulare i sapori di qualche piatto che l’aveva soddisfatta particolarmente. Di base c’è quindi l’idea di ricreare un piatto che esiste davvero, ma nei fatti, di cinese non c’è quasi nulla. Solo la soia, e un po’ il fatto di mettere delle verdure sminuzzate a saltare con gli spaghetti. La soia dà certamente un tocco estremo orientale, e anche il sapore, di conseguenza, riporta a quei posti. Anche l’uso dello wok richiama un po’ la ritualità dei venditori di noodle che ti preparano il piatto
per la strada sul loro carretto. Non vorrei invece che sia inteso
come piatto fusion. Sarebbe troppo fighetto.
L’olio è d’oliva, gli ingredienti tutti italiani, tranne la salsa di
soia, che però ormai è ovunque e quindi non vale… Insomma, è un piatto cinese per “ammirazione”. Della bontà veramente schietta, immediata e universale di certi piatti del Paese di mezzo.
(per quattro persone)
350 grammi di spaghetti grossi (i più grossi possibile), 4 zucchine, 2 carote di medie dimensioni, 1 porro piccolo, 2 cucchiai di olio d’oliva, 6 cucchiai di salsa di soia
Tagliate il porro a tondellini fini; pulite le zucchine togliendone la
buccia/pelle con un pela-patate in modo da lasciare un po’ di verde
in superficie, poi tagliatele per il lungo alla julienne cercando di
ottenere delle listarelle non troppo fini (la parte centrale della zucchina non dev’essere utilizzata; pulite poi le carote per bene
dalla buccia/pelle e fatele anch’esse alla julienne. In uno wok o in una padella fonda ammorbidide per tre minuti circa il porro nell’olio bollente. Aggiungete poi carote e zucchine e saltate il tutto per circa due minuti.Quando avete scolato la pasta, versatela subito nello wok e saltatela per pocofacendo evaporare un po’ della salsa di soia che avrete aggiunto nello stesso momento.
Impiattate (che brutto termine. Ma l’ho sentito in tivù in quei programmi che fanno a mezzogiorno. Sembra lo usino tutti. Io non l’avevo mai sentito prima. Mia mamma non mi ha mai impiattato la pasta. A casa mia si usa mettere o versare nel piatto. Ma forse sono io che non ho capito il vero significato del termine).
Pietro Amadini, amadpi@tiscali.it