“Cibo di strada” chimico – quando l’industria propone qualcosa di “nuovo”

Che dire: tanti anni per dare dignità al cibo di strada, giusto riconoscimento a tradizioni umili che si declina con differenze e caratteristiche comuni in tutto il mondo – ed ecco che la produzione industriale irrompe con la pesantezza che gli appartiene. E non parliamo solo di prodotti massificati e zeppi di conservanti e coloranti, che mortificano le tradizioni artigianali, ma di vere e proprie invenzioni che spesso intrecciano sapore e gusti differenti con chimica e plastica. Alcuni esempi.

Il primo me lo ha girato Fabio Pasi, vecchio amico: “Ciao caro Andrea. Che ne dici di questo? Girando in internet ho trovato un pancake al cioccolato con all’interno una salciccia… Mi sembra un po’ un orrore. Forse per noi che amiamo la cucina buona”.

Si tratta di Pancake & Sausage on a stick, una salsiccia all’interno di un pancake al cioccolato, con uno stecchetto, il tutto surgelato. Sono moderatamente colpito dall’abbinamento dolce-salato, incuriosito in teoria dall’accostamento carne e cioccolato (ho già provato la torta milanese dell’Artusi – carne lessa e cioccolato), ma “sconvolto” dall’alto tasso industriale e chimico del prodotto della Jimmi Dean, azienda statunitense di cibo pronto e surgelato.

http://jimmydean.com/products/Omelets/

Non da meno in Italia. Rispolvero dalla memoria questo Konopizza, ovvero “Il futuro della pizza o la pizza del futuro”, come recita il sito. Qui, a parte (si fa per dire) la qualità degli ingredienti – anche loro surgelati – si incrocia un’idea di “praticità” con la tradizione.

Ma è poi così complicato il classico trancio o la pizza arrotolata? Un’amica mi parlò di questa pizza da passeggio alcuni anni fa, ma non mai visto il konopizza da nessuna parte. Chi l’avesse visto…

http://www.konopizza.com/

Per finire il Sushi Popper, un “tubo portatile con un fresco sushi già tagliato a fette, che esce premendo un bottone e si mangia dall’alto”. Sono disponibili vari gusti e il sito ci avverte che è il prodotto è “green”, visto che si risparmiano milioni di alberi per le bacchette e la plastica è riciclabile. Mi sa che anche questo è un prodotto statunitense, se possibile più idiota degli altri.

http://www.sushipopper.com

Informazioni su Andrea Perin

Architetto museografo, cultore della cucina per passione
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